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Anatra: e adesso?

by barbara toselli
Anatra: e adesso?
E così il giorno di San Silvestro abbiamo comprato un’anatra. Un’anatra femmina, per la precisione. Davvero non so per quale motivo, l’anatra l’ho mangiata molto di rado e non l’ho mai cucinata in vita mia (a parte, raramente, il petto), ma un’anatra intera sinceramente ancora no, e men che meno avevo una chiara idea di come l’avrei preparata.. Però sta di fatto che tra gli acquisti per la cena dell’ultimo dell’anno (oltre ad esserci concessi un meraviglioso tartufino bianco, di cui vi parlerò magari un’altra volta) nel carrello della spesa c’è finita quest’anatra (e a dirla tutta anche due pernici che DIOSOLOSA come cucinerò e che sapore hanno, per ora sono lì, in attesa di ispirazione, parcheggiate nel freezer, anzi, se qualcuno avesse qualte idea!). Nel pomeriggio abbiamo fatto un po’ di ricerca per trovare una ricetta che ci convincesse, non troppo complicata e per la quale, soprattutto, la nostra dispensa fosse fornita di tutti gli ingredienti. 300 tra libri e riviste di cucina e l’intera rete a disposizione non sono bastati a trovare qualcosa che colpisse in modo particolare la nostra curiosità e così, alla fine, anche un po’ demoralizzati, abbiamo deciso di cucinarla a modo nostro. Alla “come viene viene”, basandoci sul sempiterno e lapalissiano motto del mio papà “bùn cun bùn fa bùn” abbiamo raccolto un bel mazzetto delle  erbe aromatiche ancora disponibili sul nostro terrazzo e optato per una cottura in tegame. Un po’ di aglio e scalogno, l’immancabile pancetta (ditemi cosa non viene bene con l’aggiunta di un una manciata di dadini di pancetta) e una generosa spruzzata di vino bianco. Semplice e anche piuttosto veloce. Il risultato è stato al di sopra delle nostre aspettative tanto che credo proprio che l’anatra entrerà ufficialmente a far parte della nostra lista di piatti speciali del pranzo della domenica. Un classico, soffice e godurioso purè di patate, fatto con le patate giuste e soprattutto il burro buono, è stato il compagno perfetto di questo secondo piatto di grande, grandissimo conforto. All’insegna della semplicictà che, alla fine, come volevasi dimostrare, la vince sempre.

ANATRA ARROSTO ALLE ERBE

1 anatra femmina di circa 1,6 kg
3-4 scalogni non troppo grandi
2 grossi spicchi d’aglio
4 cucchiai di erbe aromatiche fresche tritate finemente (nel nostro caso rosmarino, timo, maggiorana e salvia) più qualche rametto di timo per decorare
un filo d’olio e.v.o.
1 bicchiere di vino bianco secco
sale, pepe nero macinato al momento
150 g di pancetta tesa tagliata in una sola fetta

Tagliate l’anatra in pezzi, assicuratevi che non ci siano ancora piume (nel caso eliminatele con una pinzetta oppure fiammeggiatela con un cannello da crème brulée). Scaldate in un tegame gande a sufficienza veramente un filo d’olio e fate rosolare i pezzi di anatra dalla parte della pelle finché questa non sarà diventata bella dorata e croccante. Girate dall’altro lato e fate rosolare bene anche dall’altra parte.
Nel frattempo, sbucciate e tritate finemente l’aglio e gli scalogni.
Eliminate, se presente, la cotenna dalla pancetta e tagliatela a striscioline piuttosto sottili. Quando l’anatra sarà ben rosolata da entrambi i lati, salate e pepate generosamente e unite l’aglio, gli scalogni, le erbe aromatiche tritate e le striscioline di pancetta.
Fate insaporire a fiamma vivace mescolando spesso per 5-7 minuti quindi sfumate con il vino bianco.
Lasciatelo evaporare completamente, abbassate la fiamma e proseguite la cottura a fiamma medio-bassa per circa 1 ora e 30, girando di tanto in tanto la carne dall’altro lato per farla insaporire e cuocere in modo uniforme. Se necessario, aggiungete poco brodo di carne (va detto che la pelle dell’anatra è piuttosto grassa quindi difficilmente il vostro fondo di cottura si asciugherà).
A fine cottura, servite l’anatra accompagnandola con con un purè di patate tradizionale e irrorandola con qualche cucchiaio del sughetto che si sarà formato durante la cottura e qualche strisciolina di pancetta. Decorate con qualche rametto di timo fresco e servite.

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14 commenti

Laura Gennaio 14, 2015 - 9:55 am

Barbara cara, cosa mi cucini!questi sono piatti di carne che io adoro in assoluto ma proprio in assoluto!e se dietro a quel plurale c'è l'immagine di lui seduto con te a cercare la ricetta giusta mi piace il tutto ancor di più, perché gli uomini che amano la cucina hanno un fascino in più, ecco si può dire?:-) adesso so già che resterò in attesa di quelle pernici…

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barbara toselli Gennaio 14, 2015 - 10:32 am

si cara Laura, è andata proprio come hai detto tu! e ti dirò di più, che alla fine l'idea per la ricetta è stata proprio la sua! un uomo che ama la cucina, cucinare e mangiare.. come poteva non essere così? vediamo un po' cosa uscirà fuori con le pernici! un abbraccio

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Babs Gennaio 14, 2015 - 10:36 am

e niente, non ce la possiamo fare.
scusami ma rido dopo aver letto le prime righe…… anche io racconto oggi della notte di San Silvestro :)))))) di cani e non di anatre, ma, come sempre, siamo sintonizzate.
mi piace la tua anatra!
un bacione Barbarella

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barbara toselli Gennaio 14, 2015 - 2:39 pm

ho letto mia cara, una bellissima storia!

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Natascia B. Gennaio 14, 2015 - 11:53 am

Una ricetta che ben si adatta a tutte le carni. Non hai pensato di farla all'arancia? Io la faccio tutti gli anni. Ho una ricetta splendida tramandata da mia zia. Non è molto scenografica perchè si cuoce a pezzetti, ma è squisita!

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barbara toselli Gennaio 14, 2015 - 2:59 pm

eh ma adesso io voglio sapere la ricetta di famiglia! me la manderesti? (anche in privato se preferisci…)

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Elisa Cilento Gennaio 14, 2015 - 11:54 am

Ha proprio ragione tuo papà. Oltre che buono è pure bello!! 🙂

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barbara toselli Gennaio 14, 2015 - 3:04 pm

quella frase fa parte del nostro lessico familiare ma ha una discreta valenza!
non era nata come ricetta per il blog, ma alla fine era talmente buona e discretamente presentabile che uno scatto al volo prima di mangiarla non ho potuto non farglielo..

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piccola mela Gennaio 14, 2015 - 2:10 pm

La semplicità paga sempre, quest'anatra ne è la prova!
Io sono arrivata ad odiarla per colpa di mia madre, che a ogni Natale ce l'appioppa nella famigerata salsa all'arancia…buona è buona, ma ci parli tu con lei e le dici che esistono altre 299 ricette possibili?!? 😉
Un abbraccio

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barbara toselli Gennaio 14, 2015 - 3:02 pm

:-))
mia mamma pensa che invece l'anatra non l'ha mai cucinata, infatti il primo dell'anno, a pranzo dai miei, ne ho portata un po' di quella avanzata dicendo a mio marito "la voglio far assaggiare a mio papà perché da che ne ho memoria io di anatra nella cucina di mia madre non ne è entrata nemmeno una!"
lei però fa un'eccezionale faraona al brandy con la ricetta di mia nonna, un giorno posterò anche quella!

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Carlotta Ercolini Gennaio 14, 2015 - 4:14 pm

Per me l'anatra è tra le carni più buone e saporite che ci siano e amo cucinarla nel tegame proprio come hai fatto tu, bagnando però con del Porto rosso al posto del vino bianco… Quando non ho il Porto uno il succo d'arancia fresco e unisco un bel po' della scorza tagliata al coltello… Ma che meraviglia di foto hai fatto? baci

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barbara toselli Gennaio 16, 2015 - 3:19 pm

Porto! come non averci pensato!! la prossima la farò così! grazie Carlotta

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Ely Valsecchi Gennaio 16, 2015 - 3:17 pm

Mi sembra davvero una bella anatra 🙂 cucinata alla perfezione penso che il motto del tuo papà ha il suo perchè! Auguri di un buon anno cara! p.s. mai mangiata ne cucinata 🙂

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barbara toselli Gennaio 16, 2015 - 3:19 pm

esatto! filosofia spiccia ma molto efficace!
mi sembra giunto il momento per provarla allora, cara Ely.. se ci sono riuscita io!

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