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I did that! Il mio salmon gravlax {omaggio a Jamie Oliver}

by barbara toselli
I did that! Il mio salmon gravlax {omaggio a Jamie Oliver}

Ho scoperto Jamie Oliver relativamente tardi, quando ormai era già decisamente famoso da un po’. Non avendo la TV satellite (dove i suoi programmi sono trasmessi ormai regolarmente da diversi anni) non avevo mai avuto la possibilità di vederlo in azione “dal vivo”. Incuriosita dal personaggio, avevo comunque acquistato alcuni dei suoi libri, attratta soprattutto da quel sapiente mix di estetica, grafica, fotografia che mi aveva immediatamente conquistata. Così ho iniziato prima di tutto a conoscerlo attraverso i suoi numerosi racconti e le sue curiose storie con le quali è solito intercalare le sue ricette, interessanti e divertenti, di forte ispirazione. E già così, a pelle, mi stava decisamente simpatico con quella sua aria scanzonata e molto familiare, decisamente friendly, come direbbero gli inglesi…

Poi, la rivelazione. Quando hanno iniziato a trasmettere in chiaro i suoi programmi di cucina itineranti in Italia, Spagna, Marocco e Svezia, sono rimasta letteralmente folgorata dalla travolgente simpatia di questo ragazzone, con il suo imperfetto modo di parlare e quel buffo accento tipico del sud dell’Inghilterra, capace di cucinare e di trasmettere il suo amore per il cibo sano e la sua passione per la cucina in un modo assolutamente personale, nuovo, unico, inconfondibile. Un genio della comunicazione. Come poteva non essere notato uno con quella faccia lì, ripreso per caso in un documentario della BBC mentre lavorava nel ristorante dove l’emittente stava girando una puntata speciale sul Natale. In seguito ho scoperto le sue appassionate battaglie per cambiare i programmi di nutrizione delle scuole materne ed elementari del suo paese e degli, ben più ostili, Stati Uniti d’America, per cambiare le abitudini alimentari dei bambini quale strumento di prevenzione dell’obesità, la sua Food Revolution, il suo lato filantropico con l’apertura del suo ristorante Fifteen, nel quale insegna il mestiere di cuoco a giovani che hanno vissuto delle difficoltà sociali. Come molti personaggi di successo, anche Jamie Oliver è stato oggetto di diffidenza da una certa fetta di pubblico, e spesso è stato paragonato ad un ben costruito prodotto di marketing, ma io la penso molto diversamente. Non ci sono dubbi sul fatto che sia affiancato da un team di collaboratori eccezionalmente capaci che negli anni lo hanno aiutato a diventare il Jamie Oliver che conosciamo oggi, ma sono convinta che alla base ci sia comunque un ragazzo di straordinarie capacità, dotato di una grande umanità, animato da una sana e proficua passione per il proprio mestiere, che lo ha portato a raggiungere un meritato successo planetario pur mantenendo una certa umiltà e semplicità.    Libri, programmi TV, una sua personale rivista, “rivoluzioni” a parte, di tutte le attività del vulcanico Jamie, quello che amo di più resta il vederlo cucinare. Ha un modo di fare tutto suo, molto lontano dallo stile pulito e un po’ sterile di alcuni chef televisivi. Travolgente, disordinato, appassionato in ogni gesto, da come tocca il cibo, da come lo annusa, dai mugolii che emette nell’assaggiarlo, si vede che ama davvero quello che sta facendo in quel momento, fosse anche semplicemente preparare un’insalata, e riesce a trasmetterlo talmente bene che appena hai finito di guardarlo non vedi l’ora di preparare esattamente la stessa cosa. 
Uno dei miei video preferiti è quello in cui prepara il Gravlax di salmone, secondo la ricetta tradizionale svedese, tratto dal suo programma “Jamie does Stockholm”. Se non lo avete mai visto, vi invito a farlo qui. La ricetta spiegata da Jamie nel video è semplicissima anche per chi ha poca dimestichezza con l’inglese, ma per comodità ve la riporto qui sotto tradotta in italiano. Io ho omesso un paio di ingredienti che non avevo a portata di mano (tipo… la radice di rafano fresco??), ma ha funzionato alla grande lo stesso.
Aggiungo solo una mia piccola nota, dettata dalla mia personale esperienza. Chiaramente in Italia si trovano i salmoni che si trovano, nulla a che vedere con quegli enormi e panciuti salmoni selvaggi dei paesi scandinavi. Perciò, se dopo 48 ore di marinatura il vostro salmone dovesse essere rigido come uno stoccafisso e salato in modo impossibile, NIENTE PANICO! Io ho rimediato (magari in modo poco ortodosso, ma giuro che ha funzionato bene!) trattandolo proprio come uno stoccafisso, ovvero immergendolo per circa 30 minuti in acqua fredda, cambiandola 2 o 3 volte e comunque finché il salmone non avesse perso la maggior parte del sale in eccesso e non fosse tornato morbido al punto giusto. Ed era assolutamente delizioso! “It’s all about confidence!” Ogni volta che guardo questo video mi fa morire quando alla fine assaggia con immenso gusto il piatto finito, e spiega che uno dei motivi per cui vale la pena preparare il gravlax in casa per la famiglia, è perché alla fine, assaggiandolo, sarete davvero orgogliosi di averlo fatto e anche voi esclamerete, come lui, “I did that!”.  Ecco, I did that too! Grazie, mr. Jamie Oliver.

ricetta 690

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5 commenti

Babs Dicembre 31, 2012 - 10:07 am

il mio amore smisurato per Jamie e per il salmone è qualcosa di vergognosamente grande 🙂 adesso ci aggiungo che le tue foto mi sorprendono ogni giorno di più! ma quanto sei brava?????
cara Barbarella, approfitto per farti gli auguri per un nuovo anno carico di belle e buone cose.
un abbraccio
b

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barbara toselli Dicembre 31, 2012 - 10:47 am

grazie mia cara babs, ricambio di cuore gli auguri per il nuovo anno e che porti tante belle novità anche a me!
grazie per il sostegno e l'incoraggiamento, tu sai quanto sia importante!!
a presto,
b.

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barbara toselli Dicembre 31, 2012 - 12:35 pm

…naturalmente volevo dire tante belle novità anche a TE, Babs!!

(lapsus freudiano.. diciamo che il 2012 è stato piuttosto scarso di belle novità da queste parti.. tanto che alla fine mi faccio pure gli auguri da sola 🙂

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Alessia Dicembre 31, 2012 - 12:23 pm

Ti ho appena conosciuta e ti faccio subito la mia dichiarazione d'amore incondizionato. Mi piace tutti qui: una grafica delicata e nordica, tanto bianco e tanto grigio, ricette decisamente nelle mie corde, un modo di scrivere accattivante. Ho assaggiato il salmone marinato a Stoccolma e, chellodicoafà, è qualcosa di eccezionale: una rivelazione per chi, come me, non ama molto quello affumicato! Piacere di conoscerti davvero! Un augurio di un 2013 sfavillante!

A.

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barbara toselli Dicembre 31, 2012 - 12:33 pm

Ti ringrazio moltissimo Alessia, grazie per essere passata a lasciare un messaggio così incoraggiante!
Anche io non amo molto quello affumicato, ma il salmone marinato è, infatti, tutta un'altra cosa! Che bello, Stoccolma.. sogno da sempre di visitarla, dev'essere una città stupenda…
A presto allora, ti aspetto l'anno prossimo 🙂
e buon 2013 anche a te!

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